Generalmente le università concepiscono i propri archivi più a supporto dell’azione amministrativa e dei processi decisionali che dell’insegnamento e della ricerca, nonostante siano fonti primarie per l’identità degli atenei, del corpo docente e di quello studentesco. In questo caso, l’Università della Tuscia, unitamente alle comunità professionali e studentesche, sta sviluppando una vocazione culturale – di testimonianza della propria storia in rapporto a quella del contesto in cui opera – attivando significative iniziative di valorizzazione della propria memoria e di quella del territorio in cui è inserita.
Importante è il ruolo assunto nei secoli dal complesso monumentale di Santa Maria in Gradi, prima Convento domenicano, poi dal 1878 al 1993 luogo di pena, e dal 2003 sede dell’Ateneo della Tuscia. Sia le fonti del Convento di Gradi sia quelle del carcere sono oggi testimonianze preziose quanto sconosciute perché ancora inedite.
Il complesso archivistico ha quindi assunto la funzione di “sistema memoriale” ampliando la propria attenzione verso i materiali fotografici e audiovisivi, valorizzando le testimonianze orali e integrando la memoria accademica con archivi personali o di organizzazioni legate alla vita universitaria, quindi in grado di rappresentare da ulteriori prospettive il radicamento dell’Ateneo nella società e nei contesti urbani di riferimento.
In tale contesto si viene ad inserire la creazione di Archi_Lab, Laboratorio di archivistica e digitalizzazione dell’Università della Tuscia.