Archi_Tec

Secondo la legislazione vigente (D.Lgs. 42/2004) gli archivi e i documenti degli enti pubblici, e dunque delle Università, nonché gli archivi e documenti appartenenti a privati che siano stati dichiarati di interesse storico, sono beni culturali (indipendentemente dalla loro età, tipologia o contenuto) e appartengono al .

La stessa normativa impone dunque agli Atenei di garantire la loro tutela, buona conservazione e sicurezza, evitando ogni situazione di rischio.

Uno dei migliori sistemi per garantire la tutela e sicurezza degli archivi è conservarli in locali sani, puliti, dotati di caratteristiche, apparati ed impianti che possano ridurre al minimo l’incidenza dei fattori di degrado o danno per i documenti.

L’allestimento di sedi di conservazione adeguate, ovvero l’adeguamento di sedi esistenti, rappresentano per un ente pubblico o per un privato possessore di archivio, la prima e fondamentale azione da compiere per assolvere ai propri doveri di tutela attiva.

Le operazioni di allestimento dei nuovi spazi per l’archivio saranno concordate con la Soprintendenza archivistica e bibliografica per il Lazio.

L’archivio di deposito, non meno dell’archivio storico, ha bisogno di ordinamento, di idonei strumenti di ricerca e di locali accessibili e sicuri. Uno dei problemi che spesso le amministrazioni si trovano a dover affrontare nel trattamento del materiale documentario non ancora storicizzato, è infatti quella relativo agli spazi di conservazione.

Le soluzioni adottate sono spesso soluzioni di emergenza, che però finiscono per protrarsi a lungo nel tempo, o soluzioni di ripiego: in sostanza depositi di serie B, poco accessibili, non climatizzati, non dotati di attrezzatura antincendio e antintrusione, non idonei come luogo di lavoro degli archivisti. La debole attenzione per le strutture di conservazione, insieme con i frequenti traslochi sono la causa più frequente di perdite e dispersioni di documenti, i quali sono, oltre che strumenti probatori e amministrativi, anche beni culturali a tutti gli effetti.

Questo intervento per la realizzazione di un Archivio di Ateneo, si inserisce nel percorso intrapreso dall’Università della Tuscia, unitamente alle comunità professionali e studentesche, di recupero della propria storia in rapporto a quella del contesto in cui opera, attivando significative iniziative di valorizzazione della propria memoria e di quella del territorio in cui è inserita.

Per la realizzazione dell’archivio sono stati recuperati gli ambienti al piano terra del fabbricato in aggetto verso Sud-Ovest e perpendicolare al corpo di fabbrica che cinge il chiostro medievale del complesso Monumentale di Santa Maria in Gradi, la realizzazione dell’archivio ha richiesto oltre alla completa ristrutturazione degli ambienti, anche l’ampliamento degli spazi tramite il recupero dell’ambiente terminale.

Il piano seminterrato del fabbricato oggetto di intervento, infatti, è costituito da tre locali comunicanti, dei quali solamente quello centrale era destinato ad ad archivio. I due ambienti laterali invece, adibiti a magazzino, erano privi di finiture interne e di adeguata aerazione.

Gli spazi interni sono stati oggetto di ristrutturazione attraverso la rimozione delle finiture interne ove presenti e la realizzazione di nuova pavimentazione e tinteggiatura interna. E’ stato realizzato un controsoffitto in cartongesso a copertura dell’intradosso del solaio prima visibile.

In considerazione dell’aumento del carico di incendio determinato dall’ampliamento degli ambienti destinati ad archivio è stato realizzato uno spazio con funzione di filtro antincendio in ingresso all’archivio, dotato di opportuna porta REI 120 con oblò di sicurezza.

Per garantire sufficiente areazione e illuminazione ai locali sono state aperte tre bucature esistenti, tamponate in anni precedenti. Tutti i serramenti sono stati sostituiti con infissi dalle caratteristiche estetiche e finiture omogenee rispetto a quelli già presenti ai piani superiori del fabbricato e negli altri immobili del complesso monumentale.