Biblioteca

Il Sistema Bibliotecario di Ateneo (SBA) garantisce l’accesso a un patrimonio librario che supera i 250.000 volumi cartacei, di cui circa 190.000 custoditi presso le strutture di Santa Maria in Gradi.

Così costituito lo SBA rappresenta una delle realtà bibliotecarie più rilevanti dell’Italia mediana, con componenti di eccellenza da individuare nella serie dei fondi antichi e dei fondi di speciale valore storico appartenuti a personalità di livello internazionale nel mondo delle arti e della cultura accademica (Giorgio Raimondo Cardona, Amelia Rosselli, Cesare Brandi, Dennis E. Rhodes ecc.).

La partecipazione al progetto ha permesso di procedere alla digitalizzazione in formato jpeg ad alta risoluzione di una parte del patrimonio librario di pregio dello SBA, con vantaggi per la messa in sicurezza dei volumi e con ricadute altrettanto positive per la piena fruibilità degli stessi a livello di utenza interna ed esterna all’Ateneo.

Si è così avviata l’acquisizione digitale degli stampati antichi che datano dalla prima metà del ’500 al pieno ’800 (sono circa 370 volumi in totale, di cui 40 fra cinquecentine e secentine di notevole valore storico); caso per caso si è inoltre valutata la digitalizzazione di volumi del primo ’900 di particolare importanza, a partire da alcune serie speciali di periodici (tra questi, a titolo di esempio, la rivista “Primato”, di cui lo SBA possiede una serie integrale in buono stato di conservazione).

La digitalizzazione della collezione di libri antichi ha permesso allo SBA di compiere un primo, determinante, passo verso l’innovazione tecnologica già intrapresa da molte biblioteche attive sul territorio italiano sulla scia delle campagne di scannerizzazione e diffusione in rete in modalità open access del patrimonio librario che è stata avviata da tempo presso le maggiori istituzioni culturali nazionali (si pensi all’acquisizione digitale degli antichi che la BNCR di Roma ha affidato a GoogleBooks) e europee (si pensi, per tutti, al portale “Gallica” della BNFr, ma anche a “EROMM” e “Europeana”). Anche grazie a tali iniziative la ricerca umanistica ha potuto operare in remoto, seppur parzialmente e con tutti i limiti del caso, anche nei periodi di lockdown imposti a seguito della pandemia da Covid 19.

Il processo di acquisizione digitale intende uniformarsi alle linee guida stabilite a livello internazionale nel 2015 dall’IFLA Rare Books and Special Collection Section per garantire uno standard qualitativo elevato del prodotto finale. Particolare attenzione è stata riservata alla pianificazione del flusso di lavoro (fase 1: ispezione e preparazione dei materiali; fase 2: processo di digitalizzazione; fase 3: elaborazione delle immagini acquisite e immissione nel gestore degli oggetti digitali) e alla corretta implementazione dei metadati, che verrà perfezionata nel tempo col continuo supporto del personale bibliotecario.