Nel complesso di Santa Maria in Gradi, oltre agli elementi architettonici della chiesa medievale, sono stati indagati e in parte restaurati anche i dipinti delle lunette del chiostro più antico, le bellissime colonnine marmoree, i dipinti e il soffitto ligneo della cosiddetta Cappella dei Carcerati, oggi sede dell’Aula magna.
La conoscenza dei materiali del patrimonio di Santa Maria in Gradi, a partire da quelli della più antica struttura medievale fino ad arrivare alle evidenze del periodo contemporaneo, è un elemento importante da inserire nel percorso che si intende realizzare in questo progetto.
Questa conoscenza, infatti, consente una più puntuale caratterizzazione delle opere e della struttura nel complesso, da una parte, e dall’altra delle informazioni che molto facilmente si prestano ad essere inserite nel percorso.
La caratterizzazione di materiali finalizzata alla elaborazione dei contenuti digitali sarà fatta utilizzando diversi metodi grazie alla disponibilità di un team con competenze multidisciplinari e con solide attività di ricerca svolte in Ateneo connesse ai metodi individuati, sfruttando le potenzialità di diverse tecniche, anche innovative.
In particolare, saranno coinvolti diversi laboratori dell’Ateneo: il Laboratorio di Diagnostica e Scienza dei Materiali “Michele Cordaro, direttore Ulderico Santamaria e responsabile tecnico-scientifico Claudia Pelosi, il Laboratorio di imaging multispettrale, sotto la responsabilità di Giuseppe Calabrò e Claudia Pelosi, ed il Laboratorio di Spettroscopie Ottiche, responsabile Ines Delfino.
Il personale dell’Ateneo in attività presso tali laboratori verrà coinvolto nel progetto e le strumentazioni presenti rese disponibili così da consentire di sviluppare un approccio che prevede l’uso integrato di diverse tecniche e competenze, di seguito descritto.
La fotogrammetria digitale, fortemente spinta dai recenti progressi nella manipolazione dei dati e delle immagini, grazie alla possibilità di sviluppare algoritmi specifici, verrà utilizzata per acquisizioni tridimensionali ad alta risoluzione di specifici particolari della struttura, utilizzando metodi non-invasivi e perfettamente adeguati alle esigenze della registrazione di dati storici, architettonici e storico-artistici funzionali allo story-telling nel campo della tutela e della valorizzazione del patrimonio culturale.
L’Università degli Studi della Tuscia nel corso del tempo si è occupata di studiare molti dei contesti materiali del complesso, in genere al fine di supportare interventi di restauro condotti da studenti dei vari corsi in Beni culturali.